Summum ius, summa iniuria

olio, tela, 2019

The work stems from two apparently unrelated events, the visit to the exhibition on De Chirico at the ducal palace of Genoa and a news item in the public domain in Italy: a girl from a public school, in which her parents were unable to pay for the school canteen , only a can of tuna and a packet of crackers had been served, the humiliated girl burst into tears. I have an analogy between the incommunicability that is perceived in the open spaces of De Chirico and the profound sense of the child's loneliness, subject to a norm that forgets humanity and the privilege of rigor. A norm that, not aspiring to any justice and forgetting respect towards the human man, appears inequitable
L’opera nasce da due eventi apparentemente non collegati, la visita alla mostra su De Chirico a palazzo ducale di Genova e una notizia di pubblico dominio in Italia: ad una bambina di una scuola pubblica, i cui genitori erano impossibilitati a pagare la mensa scolastica, era stata servita solo una scatoletta di tonno e un pacchetto di cracker, la bambina umiliata era scoppiata a piangere. Ho colto un’analogia tra l’incomunicabilità che si coglie negli spazi aperti di De Chirico e il senso profondo di solitudine della bambina, soggetta a una norma che dimentica l’umanità e privilegia il rigore. Una norma che, non aspirando ad alcuna giustizia e dimenticando il rispetto verso l’essere umano, appare iniqua.

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